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Andrea Venerus

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Vestitino
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Registratore
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Chitarra acustica
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Finestra
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Tavolo
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Nastrino azzurro
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Mingus Ah Um
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La Bussola d'oro
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Chalice
Andrea Venerus, in arte Venerus, nasce nel 92 a Milano, a 18 anni si trasferisce a Londra per studiare musica e ci rimane per 5 anni. Questo viaggio gli ha permesso di incontrare alcune persone che sono state fondamentali e con cui tutt'ora condivide la vita e il lavoro. Tornato in Italia ha cominciato a pubblicare le sue canzoni. Nella sua quotidianità fa convivere la creazione di musica e la performance live. Cerca di essere il più libero possibile, vivendo comunque nella società. In questo momento cerca di vivere di ciò che ama, la musica, ciò lo rende autonomo e gli dà la possibilità di avere una vita autogestita, anche dal punto di vista delle relazioni e dei rapporti. Dice di essere un musicista, un cantante, un cantautore, però cerca di tenersi sempre il più fuori possibile da ogni tipo di etichetta, per non sentire il peso di una professione. Si sente descritto dalla parola artista e il suo medium principale è la musica così come il suo corpo. Secondo il suo punto di vista la performance è qualcosa che trascende le canzoni stesse, perciò gli piace giocare da questo punto di vista e usarsi anche come strumento.
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REGISTRATORE
Anno: 2001
Categoria: Elettronica
Un oggetto che mi ricordo che in modo non sospetto e magari anche subconscio, è stato parte della mia infanzia era un piccolo registratore a cassette giallo, che aveva anche un microfono. Lo usavamo io, mia sorella e mio papà per registrare, cazzate perchè eravamo dei bambini, ma mi ricordo che era magico il fatto di potersi riascoltare. Queste cassette sono rimaste per tantissimi anni con sovraincise le nostre vocine da piccoli. Oggi alla fine faccio la stessa cosa.
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CHITARRA ACUSTICA
Anno: 2000
Categoria: Strumento musicale
I miei sono degli ingegneri quindi non ho mai avuto strumenti in giro per casa. A 13 anni ho cominciato a prendere lezioni di chitarra e quindi sono andato a prendere con i miei genitori la mia prima chitarra acustica. Che tra l’altro ho registrato per la prima volta la settimana scorsa, dopo 20 anni. Non è che abbia segnato con degli eventi il mio percorso, però comunque è stata la mia prima chitarra, quella che mi ha veramente accompagnato in tutti gli inizi: in camerata a studiare, l’ho portata sui mezzi, in Inghilterra, a Roma, mi ha veramente seguito. L’altro giorno quando l’ho registrata mi è venuto da pensare “cazzo, grande che ci sei ancora".
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FINESTRA
Anno: 2013
Categoria: Arredamento
Penso sempre ed ovunque, mi annoto le cose sul telefono, ma poi nell’effettivo il posto che accoglie la nascita della musica che faccio è il mio studio, che da due anni e mezzo è in Bovisa. Mi piace costruire, mi piace crearmi gli ambienti, quindi ho lavorato molto per renderlo un ambiente stimolante e che sentivo mio. È un sogno in divenire, perchè io non vorrei stare in città, mi piacerebbe poter ricreare questo tipo di spazio in mezzo alla natura. La cosa fondamentale è che nell'ambiente in cui lavoro ci sia della luce naturale. In generale il modo in cui è illuminato influenza molto la mia visione di un ambiente, sono molto sensibile a questa cosa. Mi piacciono tanti punti luce, che possano creare ambienti diversi in una stanza, anche molto ristretti, che ogni punto sia il suo mondo, senza nulla mi monotematico. A me piace il design e mi attivo anche per trovare oggetti e luci particolari.
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TAVOLO
Anno: 2023
Categoria: Arredamento
L'oggetto preferito che ho nel mio studio è un tavolo che ho progettato e costruito io stesso. É stato un progetto di due anni fa. A me piaceva l’idea di avere uno spazio grande anche per permettermi di costruire delle cose, e volevo un grosso tavolo che facesse da regia di tutto quello che faccio, il cuore dello studio. Il mio studio è attaccato alle rotaie dei treni. I treni sono una costante sia in positivo che in negativo. È comunque molto poetico, ad esempio nell’ultimo disco c’era il suono dei treni, perchè è impossibile non sentirli ed è molto bello, anche se ogni tanto è un po’ un accollo. Mi sono sempre sentito un po’ ispirato da questa cosa e allora ho cominciato a cercare delle vecchie traversine dei binari per realizzare il tavolo. Me le sono fatte spedire, ci ho lavorato tipo un mese per pulirle, limarle, mettere la cera. Poi ho fatto un progetto per le gambe in metallo e poi l’ho assemblato. Mi ero ripromesso che quando l’avrei finito ci avrei dormito una notte, cosa che ho fatto e la cosa incredibile è che quando passavano treni e lo studio tremava sentivo una sorta di scarica di vibes e ho pensato “cavolo queste assi una volta stavano sotto i treni” e questo mio trip ha dato vita a un bellissimo oggetto.
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NASTRINO AZZURRO
Anno: 2019
Categoria: Accessorio
 
Non ho un bellissimo rapporto con i regali quando sono istituzionali, perchè di base non me ne frega niente, mi sento di venire riempito di oggetti che avrei preferito non avere. Diverso è invece parlare di pensieri, quando qualcuno vede qualcosa e ti pensa, con questi ho un buonissimo rapporto. Io ci tengo un sacco soprattutto se proviene da una persona emotivamente vicina a me, sono anche molto cauto nel preservarli. Spesso sono anche cose senza senso, ad esempio qualche tempo fa, quando uscivo da poco con la mia ragazza, un po’ nell’imbarazzo mi ha legato al polso questo nastrino azzurro. Non so da dove venisse, probabilmente chiudeva dei cioccolatini. Lei me l’ha legato in modo dolce, senza l’intento di farmi un regalo, e probabilmente anche pensando che me lo sarei tolto subito. Invece mi è capitato di ritrovami a degli shooting con gioielli particolari in cui mi hanno chiesto di toglierlo e io non ho assolutamente voluto.
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MINGUS AH UM - CHARLES MINGUS
Anno: 1959
Categoria: Album musicale
L’ispirazione è un costante lavoro giornaliero e farei fatica a scegliere qualcuno che mi ispira in particolare. Però sicuramente un disco che è stato speciale nella mia vita, insieme a mille altri, è il primo disco jazz che abbia mai ascoltato. Si chiama Mingus Ah Um, di Charles Mingus. Era parte della collezione di mio padre e la cosa che mi colpiva era il fatto che ci fosse tutto un mondo dietro. Solitamente si pensa solo alle canzoni, invece in questi brani si sente anche la festa, come se in studio ci fossero un sacco di persone e non si capisce se fosse una cosa voluta, parte di un sound o se è semplicemente successo. Non mi ha influenzato dal punto di vista di musica in senso stretto, ma mi ha sicuramente fatto capire che registrare un disco non vuol dire solo avere delle canzoni. Cerco di non fissarmi con delle cose in particolare dal punto di vista musicale, cerco di influenzarmi io con la mia vita.
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LA BUSSOLA D'ORO - PHILIP PULLMAN
Anno: 1995
Categoria: Libro
Io leggo tanto, cerco di ricavarmi almeno un'ora al giorno per la lettura, se non lo faccio naturalmente cerco di impormelo perchè è una cosa che mi dà tanto e mi fa pensare. Una trilogia che ho letto a Settembre/Ottobre si chiama La Bussola d’oro, è un romanzo più o meno fantasy che tocca però tutta una serie di tematiche filosofiche e spirituali in modo molto libero e romanzato. Me l’ha consigliato una sera una mia vicina di casa, appena l’ho finito sentivo che dovevo finire la trilogia e li ho divorati. Mi hanno accompagnato in modo abbastanza profetico in tutta una serie di situazioni e circostanze di quest’anno. Certe parole usate e spunti mi hanno ispirato per diverse canzoni. Mi ha commosso, mi ha accompagnato, l’ho letto veramente con foga e lo consiglio a tutti.
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CHALICE
Anno: 2019
Categoria: Intrattenimento
Nel mio studio ho un oggetto che mi ricorda il mio viaggio in Jamaica, si chiama chalice. É metà tra un bong e un vaporizzatore, fatto un po’ DIY. È una bottiglia di vetro da birra, una sorta di coppetta di creta e un tubicino di plastica, che però è un esempio di come viene fumata la ganja in Jamaica da sempre. Quando l’ho fumata con i ragazzi che mi hanno dato questo chalice, che è una sorta di vaporizzatore perchè non brucia, ma scalda con dei carboni attivi, in quel caso buccia di cocco, mi ricordo che mi è venuta una botta grandissima; per la prima volta sentivo l’eco delle persone con cui parlavo, ovviamente ho colto positivamente questa cosa. Non l’ho mai più utilizzato da quella volta.
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