C’è questo libricino che, nonostante io ci scriva molto poco e mi occupi solo spazio, continuo ad averlo sempre con me. É in cuoio, una sorta di diario e in realtà io ci scrivo solo quando sto male. Ogni volta che ho bisogni di sfogarmi, che ho dei pensieri che mi genererano qualsiasi tipo di nervosismo o ansia io scrivo li, è il mio libro dello sfogo. Ed è una cosa molto utile perchè quando si viaggia da soli ci sono tanti momenti di solitudine, per quanto sia bello, in questi momenti o stai desolo con i tuoi pensieri, ma quando c’è qualcosa di più grande da sfogare è importante farlo scrivendo. Scrivere per me è sempre stato molto importante.

È stata una lettura molto intensa, perchè mi ha fatto capire che quello che vedo io non è la realtà, quello che vedono gli altri di me non è la realtà, tutto è relativo, tutto è un caos. Questa cosa va applicata a tutti gli ambiti della vita, tutte le relazioni, tutti i viaggi. É la cosa con cui ho iniziato ad apprezzarmi di piacere come persona, facendo un piccolo passo indietro, io ho avuto un brutto periodo al liceo in cui i miei compagni di classe mi tartassavano e non capivo se ci fosse qualcosa di sbagliato in me, non capivo perchè gli altri mi vedessero in un modo che non sentivo mio. Questo libro mi ha fatto capire che non vale relativamente nulla quello che gli altri pensano di te e allo stesso tempo puoi giudicare qualcuno ma non è detto che gli altri vedano quella persona nello stesso modo. É un annullare il proprio ego per guardare la realtà in un modo diverso.

Cappellino, da un paio d’anni ce l’ho sempre ed è l’unica cosa che non ho ancora perso, viaggiando leggera non ho tanti oggetti che posso portare con me.

Un altra cosa è che ogni volta nelle macchinette che si trovano nei luoghi turistici dove inserisci le monete da due centesimi e le stretchano e stampano, ne ho tantissime le trovo ovunque.

La musica che ascolto cambia in base a come mi sento, però c’è una costante da sempre che è El camino dei Black Keys, adoro Little Black Submarines nello specifico. Questa canzone penso mi rappresenti molto, inizia con una dolcezza infinita, poi ad un certo punto diventa un rockettaro pazzo incazzato, inizia a suonare la batteria a destra e a sinistra. È stata la mia preferita per più tempo.

La mia tavola da surf, regalata dai miei amici l’anno scorso quando ero nel pieno del mio amore sfrenato per questo sport e la cosa strana è che da quel momento io non l’ho mai usata. C’è stata questa specie di contrasto perchè era una cosa che io desideravo tanto e nel momento in cui mi è arrivata mi è successa una brutta esperienza in acqua in Portogallo ed ho cominciato ad avere un po’ di paura. Nonostante questo io la porto sempre e poi all’ ultimo non la uso. Quando hai una qualsiasi passione arriva un momento in cui c’è una difficoltà in più da superare, e questa tavola rappresenta proprio questo, la necessità di superare questa sfida.

Il Passaporto è in assoluto il mio portafortuna, quando mi annoio me lo sfoglio, anche prima di viaggiare. Non è facile il momento di distacco tra la vita che mi sto costruendo qui a Milano e un viaggio intenso. Quando hai trovato una bella quotidianità non è sempre facile partire, e per trovare la carica sfoglio il passaporto e ogni timbro mi ricorda le cose belle che ho vissuto in viaggio. Anche perchè nel passaporto tengo gli scontrini, il visto da studente in Sudafrica, la password del wifi in Arabia Saudita. Anche nel mio portafoglio è pieno di bigliettini, scontrini, carte da visita. Questi oggettini sono poi parte di quello che mi porto a casa.

Un oggetto che considero fondamentale per il mio lavoro sono le cuffiette per la musica. La musica in generale guida ogni mia azione, quando devo pensare ad un video o un qualunque contenuto, indosso le mie cuffiette, premo play e cammino in cerca di ispirazioni.